Mangia i grassi giusti! Darai un assist al DNA - S-Drive per il Test di mappatura dei fattori epigenetici

Se mangi i grassi giusti modulerai l’infiammazione e darai un assist al DNA!

Il DNA potrebbe essere paragonato  al  disco fisso di un computer: ha delle caratteristiche di partenza ma ciò che vedrai sullo schermo  dipenderà  dal programma che inserisci.

Le proteine che servono al nostro organismo sono tantissime e abbiamo troppo pochi geni per produrle. A decidere quali proteine verranno prodotte sono i segnali che provengono da fuori, ergo dall’ambiente.

Il 98% dell’espressione genica è epigenetico, ovvero, viene determinato dall’ambiente. E il mezzo di comunicazione che consente questo scambio sono le cellule.

Perciò, ogni informazione deve passare attraverso la membrana cellulare. E i grassi sono l’elemento dirimente.

Abbiamo sempre pensato ai grassi in termini calorici, ma essi hanno una importante valenza strutturale!

Se infatti introduciamo i grassi sbagliati, portando quelli saturi in eccesso, saremo costretti ad affrontare numerosi problemi, poiché questo tipo di lipide irrigidisce la membrana cellulare e non consente la corretta comunicazione al DNA.

Le nostre membrane cellulari sono infatti composte da un doppio strato di fosfolipidi (perciò, di grassi!)

Una membrana sana è flessibile, fluida e facilita, quindi, gli scambi. Viceversa, una membrana rigida non consente una comunicazione corretta è una delle cause principali delle malattie.

Ed essendo la parte lipidica fino al 70% circa della composizione totale della membrana, possiamo capire quale sia l’importanza di ingerire i grassi giusti.

Sono i grassi giusti a consentire  la corretta comunicazione con il DNA, rendendo la membrana fluida.

 

Quali grassi ci servono per stare bene?Quali sono i grassi giusti?

Quali sono i grassi giusti per mantenere fluida la membrana delle cellule, in modo che la comunicazione con il DNA sia corretta?

Gli oli e i grassi che mangiamo determinano questo equilibrio della membrana, alla cui salute e al conseguente buon funzionamento sono legati la vita stessa di ogni singola cellula, la vitalità dei tessuti, l’attività dei diversi organi e, in ultima analisi, la salute dell’intero organismo.

Gli acidi grassi sono dei polimeri costituiti da una sequenza di atomi di carbonio e non si trovano mai in forma libera, bensì associati ad alcune strutture come ad esempio il glicerolo: di qui la parola trigliceridi.

Perciò, come afferma la dottoressa Tiziana Toso, biologa nutrizionista ed esperta di questa tematica,

noi mangiamo trigliceridi e il nostro organismo compie una bio sintesi principalmente a livello del fegato, trasformandoli in fosfolipidi”.

L’eccesso di rigidità creato alla membrana cellulare dai grassi saturi viene bilanciato da alcuni monoinsaturi come l’olio di oliva. La parola corretta è “bilanciare”, perché la legge che vige in natura è quella dell’equilibrio.

La membrana delle nostre cellule non è un muro, bensì un elemento adattabile, che permette la comunicazione fra l’interno e l’esterno della cellula.

Quindi, le informazioni che arriveranno al DNA dipendono tantissimo dai grassi che ingeriamo!

Ogni organo o tessuto ha grassi con caratteristiche funzionali ad esso.I grassi saturi e quelli insaturi si differenziano sostanzialmente per la struttura della loro molecola: un grasso saturo ha legami singoli e una costruzione lineare, mentre un grasso insaturo presenta almeno un legame doppio.

La risposta infiammatoria, ormonale, la trasmissione nervosa, partono da qui. Perciò, conoscere i grassi che introduciamo nel corpo è fondamentale.

Gli acidi  grassi di membrana sono i sensori che modificano la composizione della cellula e risultano perciò elementi selettivi che permettono di fare o non fare arrivare al DNA i corretti segnali per la produzione di proteine.

Le riserve di grassi sono importanti!

Ci siamo sempre focalizzati sull’aspetto calorico: del resto, essi hanno funzione di riserva energetica che è stata fondamentale nella nostra evoluzione.  L’evoluzione è avvenuta in carenza di cibo e poter avere riserve energetiche ci ha permesso di sopravvivere come specie.

Ma le riserve di grassi sono importanti anche perché da lì l’organismo pesca per creare nuove membrane cellulari. La differenza fra una guarigione veloce o lenta, ad esempio, dipende dalla struttura delle membrane cellulari e dalle riserve di acidi grassi essenziali.

L’olio di oliva extra vergine è un grasso eccellente, che contiene sostanze biologicamente attive e antiossidanti.

Viceversa, il latte e i suoi derivati producono tanti grassi saturi, pro infiammatori: l’alimento che un tempo ci salvò la vita oggi risulta portatore di sostanze non funzionali al benessere.

L’eccesso di glucosio, altresì, produce acidi grassi saturi che si depositano nel fegato e nel tessuto adiposo. I prodotti da forno, le creme, le salse industriali contengono grassi idrogenati in toto o in parte, quindi dannosi.

Gli oli di semi sono ricchi di polinsaturi e formano perossidi.

Perciò dobbiamo essere bravi a mantenere l’equilibrio fra Omega 3, che sono grassi insaturi e antinfiammatori e Omega 6 che sono pro infiammatori. Il capostipite degli Omega 6 è l’acido alfa linolenico mentre quello degli Omega 3 è l’acido linoleico.

Cosa c’entrano i grassi con la risposta all’infiammazione?

I lipidi svolgono un ruolo prominente soprattutto nel controllo dell’infiammazione: essi sono importanti per la gestione delle citochine pro infiammatorie.

I lipidi sono precursori di diversi composti quali gli ormoni sessuali, gli steroidei e gli eicosanoidi, implicati in funzioni quali la regolazione della coagulazione, la funzionalità del sistema immunitario e la risposta infiammatoria dell’organismo.

L’acido arachidonico costituisce il precursore principale degli eicosanoidi, sostanze coinvolte nella risposta infiammatoria dell’organismo. Esso però deve essere bilanciato con Omega 3 di derivazione Epa e Dha antinfiammatori.   Altrimenti la sua permanenza in membrana può dare adito a malattie infiammatorie croniche. Per ridurre l’infiammazione si lavora sugli Omega 3.

Quanti grassi dovremmo assumere?

40-75 grammi su 2000 calorie,  dipende dallo stile di vita. I saturi devono essere inferiori al 10%.  I polinsaturi corretti vanno da 15 a 22 grammi al giorno.

Nei primi tre anni di vita Epa e Dha andrebbero assunti per 350 mg al giorno, al fine di uno sviluppo neurologico corretto.

Finora, si è sempre saputo che gli acidi grassi liberi sono nutrienti essenziali che agiscono anche come molecole di segnalazione in vari tessuti, ma grazie a nuovi studi si sa che gli acidi grassi a catena lunga svolgono un ruolo nell’aumento della secrezione di insulina stimolata dal glucosio a livello del pancreas. Per quanto il glucosio rappresenti lo stimolo nutrizionale elettivo per la secrezione dell’insulina, gli acidi grassi a lunga catena interagiscono con una proteina recettoriale altamente espressa nel fegato: la GPR40. L’interazione “acido grasso-GPR40” amplifica la stimolazione del glucosio sulla secrezione dell’insulina, aumentandone, pertanto, i livelli nel sangue!

 

Solo da un bilanciamento si può avere buona salute!

Come afferma la dottoressa Toso, nutrizionista esperta di lipidomica,

“dovremmo misurare i valori individuali prima di dare diete”.

L’avena ad esempio ha tanto acido linoleico ma non va bene per tutti. Il colesterolo in membrana si interpone fra gli acidi grassi modulandone la fluidità.

Una cosa importantissima da dire è che nello squilibrio la cellula non muore ma produce nuove membrane che funzionano meno.

Capire cosa sta squilibrando il corpo ci consente di intervenire in modo mirato.

 

Il test SDrive, in soli 15 minuti, ci consente di vedere lo stato dei nostri acidi grassi essenziali: oleico 9, gamma linolenico 6, alfa linoleico 3, linoleico 6, eicosapentaenoico, docosaesaenoico, arachidonico.