La nutrizione è prevenzione! - S-Drive per il Test di mappatura dei fattori epigenetici

Le composizioni degli alimenti influenzano i processi cellulari e metabolici. Le nostre cellule infatti utilizzano l’idrogeno proveniente dal cibo e l’ossigeno che respiriamo per produrre ATP, ovvero l’energia necessaria alla vita.

La nutraceutica, parola che sentiamo ormai in modo ricorrente, studia proprio questa relazione. Una  vitamina o alcuni minerali ad esempio possono influenzare un’attività cellulare intervenendo in maniera decisa nelle reazioni biochimiche (coenzimi). Ma c’è di più!

La nutrigenetica va oltre, studiando come le componenti alimentari determinano la produzione di proteine da parte del DNA.

Il DNA riceve infatti informazioni dall’ambiente funzionali a produrre questa o quella proteina. E qui, la ricerca post genomica ha rivelato che l’intervento nutrizionale incide fortemente sull’espressione di proteine prodotte dai geni, importanti per diverse funzioni biologiche.

Il nutriente non è solo cibo, ma il primo attore nella prevenzione delle malattie, divenendo esso stesso farmaco, o nutraceutico.

Il metabolismo umano è dinamico e tende a variare in funzione delle modificazioni ambientali. Volete  un esempio? Gli indiani sudamericani, una volta modificato lo stile di vita alimentare, hanno sviluppato più malattie di tipo metabolico come problemi cardiovascolari, ictus, diabete di tipo II (glicemia che tende ad aumentare dopo un pasto in maniera eccessiva).

Varie sono le patologie che si sviluppano in seguito ad alcune carenze nutrizionali: la scarsità di acidi grassi polinsaturi (omega 3 e 6) è legata a malattia coronarica e cardiaca, la carenza di vitamina D, calcio e silicio all’osteoporosi, la niacina alla pellagra.

Recentissimi studi a livello internazionale hanno dimostrato perché un cospicuo consumo di verdura e frutta svolge un’azione chiave nella riduzione del rischio di cancro. Ma solo alcuni alimenti possiedono la capacità di influenzarne e sopprimerne lo sviluppo, o contribuiscono addirittura a curarlo.

Broccoli, pomodori, frutti di bosco, aglio e cipolla, solo per citarne alcuni, contengono sostanze antiossidanti con capacità di influenzare in maniera positiva l’attività degli enzimi prodotti dai geni, in modo da attivare le vie metaboliche specifiche per allontanare gli eventuali cancerogeni dal nostro corpo.

Antiossidanti, fitocomposti, antocianosidi e altri ancora possiedono la capacità di neutralizzare cellule mutanti e cancerogene, o lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi, ultima frontiera delle terapie oncologiche).

La nutrizione è prevenzione: il caso dell’oncogenesi (tumori)

L’aspetto più interessante di queste ricerche è che provano come la diffusione di particolari tipi di tumore in certe aree geografiche sia strettamente correlata al tipo di alimentazione.

Grazie a un’alimentazione consapevole, possiamo ridurre di circa un terzo l’incidenza media dei tumori. (Richard Beliveau, Denis Gingras, Laboratorio di Medicina Molecolare, Ospedale Sainte-Justine e Università del Quebec di Montreal)

 

 

La ricerca ci ha svelato in questo senso quali sono i meccanismi molecolari che portano allo sviluppo di molte malattie, compreso il cancro. Sappiamo come l’interazione gene-ambiente porta allo sviluppo di certe malattie, attraverso mutazioni che si producono nei geni in seguito a un danno al DNA. Questo danno può provenire dall’esterno (fattori come il fumo di sigaretta, le radiazioni ionizzanti, i virus,) o dall’ambiente interno del nostro organismo (radicali liberi, tossine ecc.).

Possiamo già fare molto come prevenzione primaria: evitando sistematicamente l’esposizione ai fattori esterni, riduciamo drasticamente il rischio di ammalarci. Sappiamo che non più del 4% dei tumori è dovuto a ciò che respiriamo (inquinamento atmosferico), e ben il 33% è invece dovuto a quello che mangiamo.

In breve, per ridurre l’incidenza di tumori nella popolazione, dagli studi emersi a livello internazionale, è sufficiente creare le condizioni di base affinché si riduca l’ambiente favorevole per lo sviluppo di cellule mutagene.

L’azione degli alimenti in senso preventivo

Rimaniamo sull’esempio della prevenzione dell’oncogenesi. Crucifere, aglio, uva e frutti di bosco, agrumi riducono il potenziale cancerogeno. Tè verde, curcuma, soia, omega 3, cioccolato fondente inibiscono la crescita delle cellule tumorali. Alcuni di questi alimenti contribuiscono inoltre a indurre apoptosi (morte cellulare) nelle cellule tumorali. Curcuma, agrumi e omega 3 stimolano il sistema immunitario.

Al pari, importantissima  è la presenza del giusto quantitativo di antiossidanti nell’organismo: essi sono agenti in grado di neutralizzare l’azione lesiva dei radicali liberi. I   radicali liberi sono atomi o raggruppamenti di atomi in grado di reagire con qualsiasi molecola di cui è costituita una cellula (persino il DNA!), danneggiandola, con conseguenze spesso disastrose.

In parte una piccola quota di essi  viene prodotta anche in condizioni normali, per effetto del metabolismo cellulare. La produzione di alcuni ormoni, per esempio, implica la generazione di radicali liberi. Perciò si può dire che essi siano compagni di viaggio della vita cellulare.

Tuttavia, in particolari condizioni, la produzione di radicali liberi può essere talmente copiosa da costituire una seria minaccia per l’integrità delle cellule.

L’importanza degli antiossidanti per la salute

Nel nostro organismo, dunque, esiste un delicato equilibrio fra produzione (esterna o interna) e “smaltimento” dei radicali liberi (da parte dei sistemi antiossidanti).

La rottura di questo equilibrio provoca l’insorgenza di lesioni cellulari che, se gravi e protratte nel tempo, conducono a un’accelerazione del processo di invecchiamento e all’insorgenza di numerosissime malattie molto comuni, quali l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi, l’infarto, l’ictus, il morbo di Parkinson, la demenza nell’Alzheimer, la colite ulcerosa, la pancreatite, l’obesità, il diabete, la bronchite cronica, l’artrite reumatoide, alcuni tipi di tumori ecc.

Alcuni antiossidanti (es. sistemi enzimatici della superossidodismutasi e della catalasi) sono endogeni, cioè vengono prodotti dal nostro organismo, di cui sono parte integrante. Altri, invece, quali ad esempio le vitamine C ed E, sono esogeni, cioè devono essere introdotti dall’esterno, per esempio con una corretta alimentazione.

Qualora si abbia carenza alimentare o altri fattori legati a errati stili di vita si necessita di una integrazione alimentare ottimale che sia altamente biodisponibile e assimilabile.

La nutrizione è prevenzione: ma quali carenze nutrizionali abbiamo? Come scoprirle?

Ogni organismo è un mondo a sé stante. Per questo occorre un approccio personalizzato alla medicina. Una volta rotta l’omeostasi, ossia la capacità di adattamento alle mutate e mutevoli condizioni ambientali, il nostro organismo può andare incontro a una serie di alterazioni biochimiche – attivazione o inibizione di enzimi, accumulo di metaboliti intermedi tossici ecc. –, che sembrano essere direttamente alla base dell’instaurarsi di una condizione di malessere ma, in realtà, non sono altro che sintomi.

Il test SDrive, in soli 15 minuti, può leggere dal bulbo di 3 o 4 capelli l’intero organismo, rievando carenze nutrizionali, interferenze ambientali, mancanze di minerali, vitamine, antiossidanti, acidi grassi, amminoacidi. Per un totale di oltre 800 marcatori epigenetici.