La rivoluzione epigenetica: espandere gli orizzonti della clinica - S-Drive per il Test di mappatura dei fattori epigenetici

Andare oltre. Varcare la soglia dell’orizzonte che fino a oggi avevamo considerato. Avere uno strumento che ampli la visione clinica includendo tanti altri fattori di disturbo della salute del paziente.

L’ultimo simposio che ha visto protagonista Marcus Stanton, docente di caratura internazionale, medico funzionale nonché uno dei clinici che firma il report dei marcatori epigenetici SDrive, ha reso chiara una cosa: l’epigenetica amplia gli orizzonti della clinica.

Noi facciamo l’anamnesi, gli esami del sangue, talvolta la risonanza ma…quali e quanti aspetti, quante fonti di disturbo rimangono fuori dal quadro diagnostico

ha considerato Stanton davanti a oltre 200 professionisti della salute convenuti per apprendere l’importanza di ampliare la visione.

Le potenziali cause che rimangono sommerse sono tantissime.

 

Una su tutte, i campi elettromagnetici.

“I CEM sono frequenze così intense da influenzare i ritmi del sonno, la regolazione ormonale. Inoltre, uno dei punti su cui hanno maggiore impatto è la funzione mitocondriale. Quanta energia abbiamo? Quanto siamo stanchi? Questa potrebbe essere una delle cause che normali esami non rilevano.

Oppure le tossine intrappolate nel tessuto connettivo.

Se c’è stress ossidativo nelle membrane o nelle proteine di membrana, passa sotto silenzio. Nelle normali analisi si registrano valori inconsueti nel caso le cellule siano in apoptosi. Ma nella cellula intatta, non rileviamo segnali che ci facciano intuire cosa accade all’interno dei mitocondri.

O ancora i valori di alcune sostanze chiave.

“Prendiamo il potassio. Il valore può essere perfetto nel sangue ma non all’interno delle cellule. Un esempio? Se vi è eccesso di glucosio nelle cellule, esse fanno uscire due molecole di potassio e noi abbiamo un ridotto apporto di questa sostanza a livello intracellulare”.

Insomma, sono tantissimi i casi in cui la disfunzione non può essere rilevata dai normali esami.

Nessuna competizione, anzi, espansione

Per questo, l’epigenetica ci consente di andare oltre.

“Oggi possiamo mappare a scopo preventivo –ha detto Giorgio Terziani nell’introdurre il dottor Stanton. Soprattutto per aiutare le madri prima del concepimento, o le persone in generale a migliorare la qualità della propria vita. L’inquinamento che ci circonda sta sprogrammando la vita a livello fetale, i bambini rivelano patologie nei primissimi anni di vita perché lo stato di salute dei genitori non è ottimale”.

Inoltre, spesso l’infertilità è determinata da fattori epigenetici, ovvero ambientali.

Per non parlare delle emozioni, già evidenziate nel loro impatto dall’approccio della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia).

Un piccolo esempio epigenetico

Il dottor Stanton ha portato varie casistiche. Ne esemplifichiamo una, per fare capire la profondità della analisi epigenetica.

Il test SDrive mappa oltre 800 marker epigenetici partendo dal bulbo di3 o 4 capelli. E rileva in modo minuzioso tutte le carenze o gli squilibri dell’organismo, incluso lo stress ossidativo, le problematiche legate al sonno e al sistema adrenergico, la produzione di energia, le emozioni.

Ebbene, la mancanza di ferro non è rilevante sono nella produzione di emoglobina, ma altresì per la SOD (superossidodismutasi), dove si produce H2O2 per la difesa contro i batteri : il test in questo caso consente di analizzare il sentiero metabolico e di leggere quali organi hanno bisogno di supporto.

“Una mancanza di magnesio riduce l’efficacia della produzione di ATP, il defici di zolfo può essere indicatore di una patologia cutanea perché incide sul sistema di depurazione”.

La testimonianza del dottor Massimo Spattini

Ad aprire i lavori, di fronte a oltre 200 professionisti convenuti per comprendere meglio l’impatto dell’epigenetica sulla clinica, il dottor Massimo Spattini, che da molto tempo effettua il test SDrive. Il dottor Spattini ha acquisito nel corso degli anni forti competenze nell’ambito delle terapie ormonali, con approfondimenti sulle terapie ormonali bio-identiche. Ha inoltre organizzato decine di convegni su fitness, stili di vita, anti aging, nutrizione e integrazione ed è stato direttore scientifico di riviste su fitness e attività sportiva, che ha attuato come agonista e body builder.

“Uso SDrive da molto tempo e ho avuto modo di testare la sua validità su pazienti a cui avevo già fatto una serie di esami specifici. Posso dire che va ancora più in profondità. L’epigenetica ha prevalenza sulla genetica.

Ad esempio, grazie a SDrive ho potuto capire che un paziente con problemi neurologici con esemi del sangue apparentemente equilibrati aveva in realtà carenza di vitamina B12 nel complesso, perché non entrava nelle cellule. Perciò il problema era a livello recettoriale. Ed è un fattore che solo un test del genere permette di rilevare.

La prevenzione pre primaria

Prevenzione non è lo screening per trovare una malattia. All’insorgere della malattia è già tardi. Disfunzioni mitocondriali, carenza di ossigeno, reali rischi congeniti sono elementi cardine della vera prevenzione.

Inoltre: quanto stiamo considerando l’inquinamento nella anamnesi? Metalli pesanti, particolato, sostanze chimiche, tutti fattori xenobiotici.

Perciò, la profondità offerta da uno strumento come SDrive diventa prezioso alleato per il medico che voglia una visione a grandangolo e possa sapere con sicurezza cosa sta squilibrando l’organismo del suo paziente.