Il capello è un bio marcatore perfetto. Cosa significa? Ve lo spieghiamo. Il bulbo capillare registra ogni fattore del nostro corpo: non solo le informazioni biologiche, ma altresì le frequenze cellulari.
Il capello racconta la nostra storia. È un rilevatore dello spettro delle frequenze del nostro organismo: ciò che mangiamo, ma anche i fattori bio chimici, gli inquinanti.
Ogni cosa abbia una massa (lo disse Einstein), ha una energia e vibra a una certa frequenza. Ogni elemento che entra in contatto con noi ha una frequenza con cui entriamo in risonanza. I capelli le registrano tutte!
La fisica, grazie al dispositivo S Drive, ci consente, attraverso i capelli, di leggere lo spettro di frequenze comunicato dai capelli e fotografa lo stato esatto del nostro corpo nel momento in cui i tre o quattro bulbi vengono prelevati.
Come abbiamo spiegato, siamo esseri risonanti (non a caso possiamo leggere il corpo con la risonanza magnetica) e nelle nostre cellule abbiamo una antenna potente, il dna! La bobina posta nel dispositivo S Drive capta tutti i dettagli delle frequenze organizzate in una curva, dove ogni punto corrisponde a un elemento ben preciso. E poi le raffronta con valori benchmark. Un esempio pratico? Se io mangio un pomodoro, quell’ortaggio avrà una sua massa, una energia, una frequenza che io assorbirò. La scienza ci consente di verificare se quella frequenza è risonante con il nostro sistema corpo in modo positivo o no. Possiamo leggere ogni cosa: non solo l’incidenza degli alimenti -e avere quindi una tabella nutrizionale perfetta per 90 giorni- ma vitamine, minerali, aminoacidi, sostanze tossiche, metalli pesanti. Dal test del bulbo è possibile verificare se il nostro sistema endocrino, cardio vascolare, cerebrale, intestinale, sono in equilibrio. Si tratta di una gigantesca e perfetta “fotografia” in grado di dare un quadro di insieme e non di leggere le pagine a pezzi.
In questo modo, risulta evidente dove l’organismo è in squilibrio, dove vi è il rischio di patologia, dove invece le cose funzionano. E soprattutto, quali alimenti sarà meglio evitare e quali favorire di lì ai successivi 90 giorni. Perché il 98% del nostro stato di salute dipende da fattori epigenetici, ovvero ambientali: il dna incide solo sul 2%. E l’alimentazione costituisce gran parte di questo influsso ambientale: seguono lo stile di vita, il modo di pensare (il pensiero è energia e come tale ha un influsso sulla fisiologia). Tutto questo è racchiuso nella scienza epigenetica, che potremmo definire la medicina del futuro. La medicina sistemica infatti, quella che considera l’uomo come un mondo e non come un insieme di organi, non attende che la malattia si manifesti: non va da fuori a dentro. Esamina prima dentro per vedere cosa potrebbe manifestarsi fuori e prevenirlo. Non è esagerato dire “dammi tre capelli e cambierò il tuo destino”. Possiamo affermarlo in ottima compagnia: Einstein, Fourier, Tesla, Plank e decine di fisici che hanno saputo unire i due universi che compongono l’essere umano. Chimica e fisica.
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